venerdì 21 novembre 2014

Piccoli bio, grande sapore



Ci sono diversi modi di sperimentare i prodotti biologici. C'è chi compra solo qualche cosina in quanto ancora diffidente; chi si fissa e prende tutto rigorosamente BIO!!!, chi invece lo accetta come integrazione alla cucina tradizionale, che in Italia - diciamocelo pure a voce alta e con orgoglio - è già di altissima qualità. Io appartengo a questa terza schiera; per me il cibo organico (come lo chiamano all'estero) è stato un arricchimento della tavola, non mi considero assolutamente una maniaca del "se non è bio, non lo mangio!", e vivo questa scelta con totale relax. Semplicemente mi sono accorta che alcuni cibi, da quando ero bambina a oggi, hanno perso di sapore e in alcuni casi di consistenza; altri hanno colori artificiosi, per non parlare di certi profumi e aromi che sembrano quasi un ricordo lontano.



Quando per caso mi sono affacciata a questo nuovo mondo mi sono subito accorta di trovarmi davanti a una giungla, e che non tutto era davvero buono come speravo. Ma alcuni cibi invece sono stati capaci di sorprendermi in una frazione di secondo perché avevano quel qualcosa...un odore, un colore, un retrogusto, che riportano dritti alla natura. Ecco quelli che secondo me sono i piccoli magici prodotti che cambiano davvero il risultato di una ricetta e hanno prezzi molto contenuti. 

  1. Aglio. Non so se ve ne siete accorti ma da diversi anni si è venduto di tutto quando si tratta di aglio. Nella maggior parte dei casi proveniva dalla Cina e dall'Egitto e quando ne chiedevi uno italiano sembrava di chiedere la luna. La caratteristica comune a tutti questi prodotti di importazione era il terribile odore che emanavano che non aveva molto a che fare con il tipico sentore di aglio che deve sprigionarsi solo da sbucciato e in cottura. Il fatto è che l'aglio comune venduto oggi - prima ancora di finire in padella - ha una puzza micidiale che senti a chilometri di distanza e alla prova dell'assaggio risulta ancora peggio perché ha un retrogusto amarognolo. Da quando lo compro biologico è tutta un'altra storia. Lasciato in frigo, nella sua classica retina, non emana alcun odore fastidioso, anzi quasi non si avverte. Ha una buccia sottile e bianca e per questo ci si impiega un poco di più a pulirlo ma è questione di pochi secondi. Non lascia sulle mani odore di fetido, alla cottura è eccezionale. Che si facciano due spaghetti aglio, olio e peperoncino (la morte sua, diciamo! ) o che si usi per soffritti o lunghe cotture non si avverte la sua presenza in maniera negativa. Il sapore è aromatico ma senza alcun retrogusto amaro, e "collabora" perfettamente con altri ingredienti di base tipici come la cipolla e le verdure senza mai sovrastarle. In pratica ho riscoperto il valore dell'aglio!   
  2. Limone e Arance. Gli agrumi sono un cibo delicatissimo, ciò che li distingue è la bella buccia e il succo sostanzioso. Ma al contrario dell'aglio hanno perso il profumo per strada e spesso non sanno di niente! In più per chi come me usa la buccia grattugiata per fare creme e torte si aggiunge un altro serio problema: sopra gli agrumi ci spruzzano gli additivi chimici (come l'E904, l'E200 e l'Imazalil) che fanno malissimo alla salute tanto da rendere la buccia immangiabile. Infatti per legge gli agrumi trattati chimicamente devono essere segnalati da un'apposita etichetta o cartello con su scritto:"Buccia non edibile" per cui controllate bene l'etichetta. Necessità vuole quindi che si cerchino agrumi biologici, che abbondano nelle coltivazioni del sud Italia e hanno un profumo che sa di vacanza, un succo delizioso e la buccia si può grattare tutta per ogni tipo di ricetta. 
  3. Uova. Due uova al tegamino o tante uova dentro un impasto per una bella torta sono forse una piccola cosa, ma se le compri buone te ne accorgi perché un "ovetto bbbono" si sente eccome! Il fatto che non sappia di mangime è il primo motivo; il rosso risulta di un arancio caldo, non quasi fosforescente come se avesse dei coloranti, la chiara una volta cotta o montata a neve rimane corposa e lucente. Di uova ne vendono di ogni tipo, a me piacciono le biologiche o in alternativa quelle che provengono da allevamenti all'aperto in quanto le galline razzolano libere e mangiano cibo che non contiene coloranti artificiali. Nel caso del bio si alimentano solo ed esclusivamente di mangimi come mais e cereali di origine controllata e le galline appartengono alla razza rustica; si riconoscono oltre che dall'etichetta perché sul guscio è stampato un numero (lo zero se biologico, l'1 se allevate all'aperto);
  4. Passata di pomodoro in bottiglia. Qui ho notato differenze tra marca e marca, per esempio la mia preferita finora è la passata bio Esselunga, che trovo squisita, sembra una spremuta di pomodori appena raccolti. Ho provato anche altre marche e in generale posso dire che sono di buon livello e superano di gran lunga le non bio che a mio avviso sanno di fondo di bottiglia. Sicuramente usano pomodori di qualità, non lo nego, ma il colore vivo, la consistenza vellutata, il sapore di pomodoro fresco nelle passate bio si trovano con un certa sicurezza e danno molta soddisfazione quando si cucinano salse e sughi. E la scarpetta è assicurata! 


(Photo Credits: Mary Anne Enriquez from Flickr.com, Talkingplant from Flickr.com)

Nessun commento:

Posta un commento

E voi cosa ne pensate? fatemi sapere tutto nei vostri commenti. Vi aspetto!